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Kaki Ellena

Diospyros Kaki L. f.

famiglia: Ebenacee

In Cina, la pianta del Kaki (Cachi) e i suoi frutti sono conosciuti da circa duemila anni e per le sue qualità notevoli raggiunse i paesi vicini, come la Corea ed il Giappone, mentre in Europa e in America fu introdotta solo nell’ottocento, mentre in Italia era stata collocata solo negli orti botanici.

Cominciò ad essere coltivata in Italia meridionale, nel Salernitano nella seconda decade del ‘900 e da lì si espanse poi in Emilia Romagna e proprio in queste due regioni tale pianta da frutto è coltivata più che altrove, con la prevalenza assoluta della Campania per la produzione dei frutti di Kaki; anche in Sicilia, nel palermitano è coltivata una speciale varietà di tale pianta.

Nel territorio della Locride i frutti dei Kaki arrivarono molto tardivamente, specie nei paesi dell’entroterra, dove non erano neppure conosciuti e cominciarono ad arrivare nel difficile e tormentato dopoguerra, quando la miseria successiva al disastro della II guerra mondiale imperversava.

Attorno agli inizi degli anni cinquanta cominciarono a girare dei camioncini che assieme a prodotti essenziali per l’alimentazione cominciarono a vendere un frutto nuovo, rosso come un pomodoro, rotondo: il Kaki.

Nello spazio di pochi anni esso fu conosciuto e cominciò ad essere amato specie dai bambini ed addirittura si cominciarono a piantare delle piante di Kaki negli orti e nei giardini mediterranei, sempre però in quantità limitata.

Nel frattempo sono state introdotte varietà nuove in tutta Italia ed anche in Calabria, tra cui il Kaki mela, il Kaki cioccolatino ecc., ma girando nei territori della Calabria, un giorno ebbi l’opportunità di vedere una varietà insolita di Kaki nella proprietà di un caro amico, il prof. Antonio Panzarella, allora docente all’Accademia delle Belle Arti a Roma, in contrada Serrone di Acconia (L’antica Laconia) di Curinga, a breve distanza dall’aeroporto internazionale di Lametia. Da anni Antonio aveva il desiderio fortissimo di costituire nel suo splendido campo un impianto particolare di melograni e chiese a me e principalmente a un mio amico, più esperto in tale settore, quale fosse la varietà più conosciuta sul mercato e fu consigliato di costituire un impianto di melograni della varietà spagnola che è considerata ottima, la Mollar, in quanto ha i grani che contengono semi morbidi. Alla fine scelse di utilizzare per il suo campo la varietà Wonderfull, più adatta secondo il suo punto di vista per i succhi. Visitando il campo mi fece notare alcune varietà di susini particolari ed infine anche una pianta insolita di Kaki che egli chiamò Ellena, recuperata in un campo abbandonato di proprietà della moglie a Cortale.

Il frutto era verde ancora ed aveva una strana forma, piatto all’attaccatura del picciolo, non rotondeggiante ma di forma tronco-conica.

Aggiunse che quella strana pianta non era stata immessa di recente nel territorio di Cortale ma forse da un centinaio d’anni e passa, introdotta per la sua particolarità botanica e non per pianta da frutto; bisogna ricordare che il palazzo della moglie del prof. Panzarella a Cortale è un edificio storico del ‘500, appartenuto ai Pellegrino-Cinque, suoi antenati, di cui ha ereditato parte della proprietà dove originariamente era stata piantata l’Elena.

Antonio fu raccomandato di salvaguardare la sua pianta rara e senza pensare più alla duplicazione dell’Ellena, quindici giorni addietro mi ritrovai in un campo di Nino Sigilli, in compagnia anche di Nino Cannatà, in contrada Rimini Lesa a Monasterace, dove cominciammo a cogliere dei loti da una delle due piante vicine tra loro e fui invitato da Nino Sigillo ad osservare i frutti di una delle due piante ed allora con grande sorpresa notai, dai frutti che essa era una pianta di Kaki Ellena, la seconda avvistata finora, nel territorio calabrese.

Il fatto più importante è costituto dalla presenza dell’Ellena da più di cent’anni a Cortale, ma rimane comunque il mistero della provenienza, in quanto Ellena, significa greca.

Per quanto riguarda il frutto, si può cogliere a maturazione completa sulla pianta ed è prontamente commestibile, in quanto non evidenzia le caratteristiche astringenti dei frutti non maturi, oppure è più opportuno staccarli dalla pianta quando non hanno ancora acquisito il colore arancio, tipico di altri Kaki, e riporlo in un contenitore protetto dalla luce, di modo che possa maturare con gradualità. La polpa è dolce, poco liquescente, mentre la maturazione sulla pianta avviene di norma nella seconda quindicina di ottobre.