Solanum melongena L.
famiglia: Solanaceae
La melanzana è originaria dell’India da cui fu introdotta nel VII sec. d.C. nel nascente impero arabo dei califfi per diffondersi poi in Europa a partire però dal XV (1400) sec.; quella rossa invece, la rotonda, pare provenga dall’Africa.
La prima parte del nome ricorda il termine malum, mela, che deriva dal latino, mentre la seconda parte è costituita da un termine arabo.
Da quando però la melanzana si radicò nei paesi del bacino del Mediterraneo essa fu accolta sulle mense dei ricchi e su quelle dei poveri e cominciò a differenziarsi in varietà a seconda dei territori e ogni comunità cominciò a rivendicare come propria una varietà differente rispetto a quelle di comunità vicine e lontane.
In Italia capitò che le regioni a clima più caldo furono più privilegiate rispetto a quelle più fredde in quanto la melenzana ama il caldo e naturalmente la favorita fu la Sicilia che fu la prima a coltivare tale varietà ortiva in quanto essa, a prescindere dal caldo, a partire dal 827 cominciò ad essere conquistata dagli arabi, coloro che dall’India avevano introdotto nel mondo arabo-islamico la melanzana ; e la Sicilia cominciò a sperimentarla nella cucina con ricette numerose: polpette alla siciliana, involtini di melanzana alla siciliana, sugo alle melanzane, sugo alla Norma, melanzane ripiene alla siciliana ecc. In definitiva un centinaio sono le ricette con l’utilizzo di tale ortaggio in Sicilia.
Naturalmente le altre regioni d’Italia non mancano di ricette particolari con tale ortaggio e la più famosa in tutt’Italia è la ricetta di Parma che da tale città viene denominata Parmigiana.
Anche la Calabria, non con la ricchezza della Sicilia, ha le sue ricette che non sono poche, ma ricalcano da vicino quelle siciliane.
Essa però, forse per le difficoltà di comunicazione, anche tra paesi vicini tra loro, ha saputo invece mantenere delle differenze notevoli, per cui ogni paese poteva vantare una novità rispetto ad un altro. Naturalmente nello spazio di pochi decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale, quando cominciò a scomparire velocemente la civiltà contadina, con le sue tradizioni, tramandate per millenni, parimente cominciarono ad estinguersi tante varietà di grano, di legumi, di ortaggi e assieme ad essi tante varietà di melanzane.
Anche i colori avevano una certa rilevanza, per cui a parità di sapore erano preferite le melanzane dai colori vivaci quali potevano essere il violaceo con sfumature rosee o biancastre, rispetto alle nere ad es.
Le forme destavano anche un certo interesse e naturalmente quelle allungate erano sfavorite rispetto a quelle più tondeggianti.
A Bova fino a circa trent’anni addietro, sopravviveva nelle contrade più conservative, quale poteva essere Cavalli, una varietà di Melanzana candida, che superava agevolmente 1 kg di peso; aveva una forma quasi globulare.
I siciliani hanno conservato una varietà bianca, ma di molto più piccola, che hanno diffuso in tutt’Italia, mentre in Calabria stanno per estinguersi le varietà delle comunità interne e marginali, grazie al fatto che i consorzi agrari offrono a prezzi esigui le piantine di ogni genere di ortaggi. Infatti solo per pigrizia si stanno estinguendo le varietà ortive nostrane, in quanto era impegnativo preparare i semenzai.
Infatti i semenzai di peperoni, di peperoncini, di pomidori, melenzane, di basilico, peperoncini piccanti, venivano preparati alla fine di febbraio in vasi larghi riempiti di terra mista a letame ben matura di mucca o di pecora; le piantine erano pronte non prima di aprile o maggio.
Una varietà che dà frutti dal grande effetto scenico è la melenzana di Mormanno, che sorge a sud del Pollino, elegantissima, piccola, di un rosso fulgente, non valorizzata.
Sul versante opposto della stessa montagna, in Basilicata, sorge invece Rotonda, che ha saputo valorizzare la sua melanzana rossa, più piccola e quasi perfettamente sferica; essa addirittura è diventata una D.O.P. (denominazione d’origine protetta).
Sette anni addietro Fedele Lamenza, assieme alla moglie, titolare dell’azienda olivicola Pompilio nel cosentino portò allo scrivente delle melanzanine rosse di Rotonda ed altre di Mormanno, da cui ha ricavato i semi, che diffonde nel territorio.
A proposito ancora della melanzana di Mormanno, essa oltre ad essere bellissima, è molto odorosa e quando viene cucinata quasi un profumo si espande nell’ambiente in cui è cucinata; l’unico difetto che essa evidenzia è costituito dall’amaro accentuato che risiede nella buccia, ma basta che si sbollenti appena, tuffandola per qualche secondo in acqua bollente e l’amaro per incanto va via. Come si sa le piante di melanzana amano il caldo e quando la temperatura scende al di sotto dei 12 gradi, esse deperiscono o muoiono.
La melanzana di Mormanno invece, riesce a resistere a temperature più basse e facilmente supera l’inverno nelle aree costiere della Calabria e già ai primi di giugno, dopo una potatura adeguata, ricomincia a produrre.