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Menta al bergamotto

Mentha viridis Auct.

famiglia: Lamiacee

Le varietà della menta sono numerosissime e a parte quelle che vengono coltivate da migliaia di anni nei giardini e negli orti, esistono quelle che appartengono alla stessa famiglia e sono diffusissime nelle campagne, nei terreni però non certamente argillosi ma con basso tenore d’argilla, umidi o non completamente aridi.

Lungo i ruscelli o nelle aree ripariali, cresce in abbondanza la menta acquatica, ma nei terreni meno ricchi d’acqua possiamo trovare il mentastro, il pulegio o la nepitella che appartengono pure esse alla grande famiglia delle mente.

Naturalmente quando si parla di menta, il pensiero va a quella che si coltiva negli orti, nei giardini, dove però bisogna delimitarla in maniera efficace in spazi precisi, perché essa tende a diffondersi con estrema facilità.

Infatti, basta che un suo rametto si adagi per terra che esso in pochi giorni emette delle radici, da cui ripartono altri polloni che continuano l’espansione.

Era molto diffusa in tutti gli stati dell’area della mezzaluna fertile, ossia l’Egitto, Medio Oriente e Mesopotamia. Era presente nei kepos egiziani, che erano abbelliti da piante ornamentali, ma anche da quelle ortive e da frutto.

Naturalmente nella Mesopotamia, dai Sumeri ai Babilonesi essa era presente in ogni giardino, ma anche negli orti e sicuramente era presente nei giardini pensili di Babilonia.

Le donne egiziane ne facevano uso per rendere fragrante l’acqua dove s’immergevano per il bagno e sicuramente in tutte le civiltà della Mezzaluna Fertile veniva praticato lo stesso uso; infatti immettendo foglie e steli di menta e petali di rose l’acqua diventava pervasa di un leggero profumo dato dalle foglie di rosa e di una forte fragranza dovuta alle foglie di menta.

Il principio attivo più importante della menta è il mentolo, che è antisettico, antispasmodico ed antibatterico e cura bene le malattie della gola e del cavo orale. La menta è efficacissima nella cura della stomatite con sciacqui di un infuso ottenuto versando acqua bollente su una manciata di foglie fresche poste in una tazza; con essa si fanno anche gargarismi. Nella medicina popolare la menta veniva usata per il mal di gola e per facilitare la digestione, mentre anche negli arrosti vengono usate le foglie di essa.

In alcune regioni d’Italia, fra cui la Toscana, negli arrosti viene usata molto la Nepitella o Calaminta Mentha.

In riferimento alla menta qui presentata essa è particolarissima e rarissima in quanto è stata salvata miracolosamente una trentina di anni addietro da Benedetto o Nato Tuscano, abitante in contrada Stabile di Staiti. Egli ne aveva sentito parlare da molto tempo ed aveva saputo che si trovava nell’orto di una casa abbandonata come tutte le altre, in seguito all’alluvione del 1951, a Brancaleone superiore. Volle salvarla e dopo aver avuto le indicazioni precise andò a recuperare delle parti radicate e le piantò nel suo orto in contrada Stabile, di fronte alla sua casa; dedicò ad essa circa un metro quadro, difeso da una cintura di pietre piatte. Fu felicissimo, perché essa è particolare e meritava di sopravvivere.

Infatti stropicciando le sue foglie si sente un forte odore simile a quello che si sprigiona dalla buccia di Bergamotto.

Un’altra particolarità strana è costituita dal fatto che essa acquisisce la fragranza della pianta a cui essa è vicina.

Lo scrivente si è preso l’impegno di diffonderla, portandola fra l’altro alla dott. essa Luisa Palermo a Cosenza, impegnata a favore della biodiversità, ed ella, riproducendola, la regala ai suoi amici, che l’apprezzano moltissimo.