Ficus Carica L.
famiglia: Moracee
La varietà qui evidenziata è rappresentata da una sola pianta localizzata nel territorio di Tiriolo in provincia di Catanzaro, nell’orto di casa nella frazione Pratora, del bravissimo fotografo Antonio Renda, di cui è anche la foto che mostra i frutti in piena maturazione a luglio.
Nel passato non recente era presente probabilmente, anche se raramente su tutto il territorio del comune sopra menzionato, ed anche fuori di esso, ma al momento non si ha notizia della sua esistenza in altri siti; ciò lascia perplessi in quanto i suoi frutti sono eccellenti, molto dolci e presentano una polpa rosea al suo interno e risultano molto belli da vedere.
Nello stesso tempo si ricorda che il periodo di maturazione comincia agli inizi della prima decade di luglio e si collega dal punto di vista temporale con la fine della produzione dei fioroni (gotti) di altre varietà bifare (ossia che producono due volte all’anno) di fichi, ad esempio il Fico melanzana.
L’altro vantaggio che offre in un campo la presente varietà è costituito dal fatto che i suoi frutti durano fino a quando non cominciano quelli della varietà Dottato o Fico bianco, il più diffuso in tutta la Calabria che dava nel passato la produzione più abbondante e più pregiata di fichi secchi, che costituivano un aiuto significativo nella soddisfazione dei bisogni alimentari dei poveri fino ai primi anni 50 del ‘900.
Probabilmente il motivo della mancata diffusione, sta nel fatto che questo biotipo non produce fichifiori o fioroni che di solito cominciano a maturare alla fine di giugno, quindi produce una sola volta all’anno.
Buona parte delle altre varietà di fichi, sono bifare, ossia producono due volte all’anno, ossia i fioroni prima e i forniti, ossia i fichi, dopo.
L’altro elemento che ha giocato a suo sfavore è stata anche la non propensione all’essiccazione dei suoi frutti, per cui bisogna consumarli freschi.
Il colore di fondo può essere verde o marrone e talvolta i due colori convivono in uno stesso frutto, con armonia.
Il precedente proprietario dell’orto, padre dell’attuale, Antonio Renda, è morto a ottantaquattro anni nel duemila e undici e prima del suo decesso, nel duemila e dieci, gli fu richiesta l’età della pianta ed egli affermò che non sapeva chi l’avesse piantata, continuando nel dire che egli non era stato e forse neanche suo padre, quindi probabilmente l’aveva messo a dimora suo nonno; sicuramente il fico di Pratora, avrà più di cento anni.
Antonio gira per fotografare in tutti i territori della Calabria e non ha mai visto una varietà identica e neppure a Tiriolo stessa hanno memoria della varietà, per cui essa rappresenta un’unicità che bisogna a tutti i costi preservare e semmai diffondere, grazie alla disponibilità e alla gentilezza di Antonio stesso.
Essa vive in compagnia di altre essenze rare, tra cui la Virdacchia, un susino che era diffuso in tutta la Calabria, ma il Fico di luglio con la sua monumentalità offusca la bellezza di tutte le altre piante dell’orto. Il suo tronco, ad un metro e trenta dal suolo, misura più di 75 cm di diametro.