FACE Festival

Pero Facci Russa di Ardore

Pirus communis L.

famiglia: Rosacee

Pochi giorni addietro, andando alla ricerca di varietà di peri sul territorio, per potere tentare , in un tentativo disperato, di salvare il numero più alto possibile, coinvolgendo e sensibilizzando la gente , il documentarista Nino Cannatà di Cittanova e lo scrivente, si sono trovati nel municipio di Ardore, invitati dal sindaco , dott. Giuseppe Grenci, che predilige più di tutti gli altri frutti le pere, per parlare proprio di esse nel periodo culminante della stagione, quando ancora si possono ammirare decine di varietà.

Egli nei propri terreni possiede 35 varietà, di cui la maggioranza sono tipici di Ardore, mentre altre sono riscontrabili nei paesi circonvicini.

Il discorso è caduto sul modo di evidenziare i peri, i meli, i melograni, gli ulivi, i susini, i peschi ecc., collocandoli in uno spazio protetto di quattro-cinque ettari, trasformato in Giardino delle Meraviglie o Kepos, secondo la definizione greca, fruibile come orto didattico per scuole o turisti.

In alcuni orti didattici i bambini o i ragazzi, pongono dei semi in spazi appositi, guidati dai docenti e seguono il percorso della trasformazione di essi in piante.

Naturalmente perché i bambini possano comprendere i collegamenti tra semi, piante e ciò che esse producono, in tempi brevi, si ricorre alle piante annuali, quali quelle dei piselli e delle fragole, ad esempio, i cui frutti in tempi brevi vengono assaggiati, mentre per le piante da frutto i tempi si dilatano a dismisura, per cui essi, piantando un pero non possono verificare gli effetti della loro azione, durante i cicli scolastici.

Tali sperimentazioni sono praticate ormai in tante scuole, ed anche in spazi privati, aperti al pubblico, persino della Calabria   che non è certo all’avanguardia in tale ambito e di recente è nata una collaborazione interessante tra il meet-up delle 5 Stelle di Aprigliano, in provincia di Cosenza, ed il sindaco Pd dello stesso comune, che ha concesso degli spazi finalizzati, specialmente ai percorsi didattici per le scuole, dentro il circuito urbano o a ridosso di esso.

Persino un attento e corretto amministratore, qual’ è il dott. Grenci, ha ravvisato delle difficoltà notevoli in questo progetto, dovuto principalmente alle resistenze ambientali e a quelle burocratiche e non alle mancanze di finanziamenti che ci sarebbero e alle disponibilità di terreni dove collocare un eventuale giardino della biodiversità definibile come Giardino delle Meraviglie.

Le disponibilità maggiori in spazi fisici, in provincia di Reggio, sarebbero costituite dai terreni confiscati alle organizzazioni criminali, ma in questo caso ci potrebbero essere delle difficoltà oggettive in quanto, costituendo un Kepos, esso potrebbe essere sabotato, immettendo in esso ad esempio, un certo numero di capre di notte.

Dibattendo su questo tema, alla fine si è concluso che si potrebbe ovviare a tali difficoltà, costituendo un Kepos non reale , collocato in un unico posto, ma diffuso, ossia costituito da piante presenti in territori diversi, che devono essere georeferenziate, ossia definite attraverso le coordinate geografiche tramite un GPS e così ogni cultore di tale materia potrebbe sapere dove trovarle e semmai visitarle in tempi determinati , quali possono essere quelli della fioritura, della fruttificazione e quelli adatti per gli innesti.

Le piante facenti parti del Giardino delle Meraviglie Diffuso però, devono appartenere a persone disponibili a farle visitare, previo avviso.

Terminato tale dibattito il dott. Grenci ha voluto portare i suoi ospiti nel suo orto ad Ardore Superiore, in via Fontanella, vicino alla casa dove egli era nato e che era stato oggetto dei suoi desideri quand’era bambino perché non apparteneva alla sua famiglia.

Vi erano collocati numerose piante da frutto, tra cui peri, meli, susini, loti (kachi), viti, fichi, nespoli, aranci, mandarini, ecc.

Da bambino , ad appena quattro, anni tentava di accedervi, ma era bloccato da un improvviso dislivello di terreno in verticale, alto tre metri, però accedeva ad una grotticella in alto e con occhi estasiati, ammirava l’orto.

A distanza di molti anni i proprietari lo hanno messo in vendita e così egli lo ha potuto comprare ed utilizzarlo come piccolo campo della biodiversità.

Terminata la conversazione nel Municipio, il dott. Grenci, Nino Cannatà e lo scrivente, si sono recati nell’orto attorno alle 14, quando la temperatura all’ombra era superiore ai 40 gradi e i frutti maturi di peri, fichi e susini, sono stati fotografati.

Su un lato, alla base di un appicco di tufo si apre una piccola caverna, utilizzata come ripostiglio per gli attrezzi di lavoro, freschissima, mentre al centro è collocato un pozzo, sempre ricchissimo d’acqua, nonostante che esso sia ubicato quasi in cima della collina su cui sorge Ardore.

Non distante dal pozzo è posizionato il pero Facci Russa, denominato così per i bellissimi frutti di pezzatura media, dalla forma affusolata, dai peduncoli vari, che si offrono agli occhi dei visitatori con i suoi colori smaglianti costituiti da un rosso acceso per la parte offerta più a lungo al sole e da un giallo vivo per la parte opposta; l’aspetto del frutto è splendido e sarebbe stato degno del pennello di Caravaggio.

Il periodo della maturazione delle pere, si colloca nella prima quindicina d’agosto, quando acquistano un sapore soave, con una punta di acidulo, con lo loro polpa bianca, compatta, leggermente succosa.

Posizione: 38°11’25’’N 16°10’07’’E.